Checkout Il caso Fenaroli di via Monaci Guarda il video

Siamo in via Ernesto Monaci 21, dietro l’ufficio postale realizzato da Ridolfi a Piazza Bologna. E’ un bel palazzo signorile, è la mattina dell’11 settembre 1958; al primo piano, scala A interno 3,  la domestica Maria Teresa Viti suona insistentemente il campanello; come tutti i giorni va a fare le faccende in casa Fenaroli, non ha le chiavi e bussa per farsi aprire; nessuno risponde; allora  scende in portineria e telefona al fratello della padrona, Luigi Martirano, che si reca subito sul posto. Preoccupati decidono di chiedere aiuto ad un condomino del terzo piano che fa lo speleologo; questi con una corda si cala dal proprio appartamento fino alla finestra del primo piano, la forza ed entra. Trova la padrona di casa Maria Martirano riversa per terra in cucina, morta, strangolata, proprio come era successo a Pasqua Rotta circa una anno prima. Maria è di una famiglia nobile di baroni di Lecce ed è sposata con un geometra, Giovanni Fenaroli, che vive a Milano e che non è quasi mai in casa. Lei dunque viveva da sola e non faceva entrare in casa quasi nessuno. Quel giorno lo scenario in casa è quello di una rapina: tutto sottosopra, mancano gioielli e circa un milione di lire in contanti, vi sono sparse borse aperte sul letto.

Fenaroli poi racconterà che tre giorni prima era avvenuto uno strano episodio: mentre era alla stazione in partenza per Milano, dopo essere stato in casa a Roma, la moglie lo aveva chiamato spaventatissima in quanto aveva sentito dall’interno che qualcuno stava cercando di forzare la porta di casa; aveva poi urlato il nome del marito per far vedere che non era sola in casa e a questo punto l’estraneo sarebbe scappato.

C’è subito qualcosa che non torna per gli inquirenti: la porta non risulta forzata; l’assassino doveva conoscere la vittima, che non avrebbe mai aperto la porta a sconosciuti.

I sospetti cadono sul marito, che però quel giorno non era in città e quindi ha un alibi solido. Ma gli inquirenti trovano subito un movente fondamentale: Fenaroli, che ha problemi economici con la sua azienda, ha stipulato una polizza assicurativa sulla vita della moglie di 150 milioni di lire. Interrogato insistentemente non cede nella sua posizione; ma il suo ragioniere Egidio Sacchi durante un interrogatorio rivela di aver ascoltato la sera prima una conversazione telefonica tra Fenaroli e la moglie nella quale il marito avvisava la donna che sarebbe andato a casa loro un uomo per consegnarle alcuni suoi documenti e quindi lei avrebbe dovuto semplicemente aprirgli e prendere quei documenti. Quell’uomo che si è presentato sarebbe Raoul Ghiani, un giovane di Milano; sarebbe stato accompagnato da Fenaroli la sera del 10 settembre in aeroporto di Malpensa e avrebbe viaggiato sotto falso nome; poi da Ciampino si sarebbe recato a via Monaci dove Maria le avrebbe aperto la porta di casa senza sospettare niente e lui le avrebbe stretto le mani intorno al collo. Poi sarebbe tornato a Milano in vagone letto. Fenaroli viene arrestato il 25 novembre, a seguire anche l’esecutore del delitto ed un suo complice; Fenaroli e Ghiani vengono condannati all’ergastolo. Successivamente Fenaroli è morto nel 1975 in carcere mentre Raoul Ghiani ha ottenuto la grazia dal Presidente Sandro Pertini nel 1984. Lui si è sempre proclamato innocente e nel 1996 ha anche cercato di far riaprire il caso raccogliendo alcuni elementi che secondo lui non tornano nel caso.

https://it.wikipedia.org/wiki/Mistero_di_via_Monaci

https://www.nerocrime.com/il-caso-fenaroli-il-piu-grande-mistero-italiano/

https://www.fanpage.it/attualita/il-delitto-fenaroli-il-primo-giallo-che-divise-litalia-tra-innocentisti-e-colpevolisti/

 

Video: https://www.raiplay.it/video/2021/07/Wonderland—Il-Giallo-e-la-Nera-1—Il-Caso-Fenaroli-a57b34fc-700d-4a33-85da-51913f38ca22.html

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