Il comprensorio di palazzi popolari che va da Viale delle Provincie fino a via Tiburtina viene chiamato dai residenti “Lotti”; questi palazzi sono nati come aree abitative a media e alta densità, destinati alle classi popolari povere o sfrattate da case demolite nel centro storico, insomma per ospitare gli strati più bassi della popolazione. Qui non ci sono le cooperative private ad acquistare i terreni finanziando i lavori con il denaro dei soci ma è l’Istituto Case Popolari che crea questo nuovo complesso chiamato Tiburtino II, per distinguerlo dal Tiburtino I, costruito anni prima a San Lorenzo; il complesso si sviluppa in due gruppi di isolati separati da via Eleonora D’Arborea: uno composto da quattro isolati intorno a piazza Pontida e a via di Sant’Ippolito, e l’altro composto da due isolati tra via Giovanni da Procida, via Arduino e via Matilde di Canossa. Costituisce il nucleo del cosiddetto Quartiere delle Crociate o Rione Sant’Ippolito (come è scritto in una targa ai caduti in via Adalberto).  Si tratta di circa 600 alloggi.

Questo comprensorio nasce tra il 1926 e il 1930 progettato da Innocenzo Sabbatini, che lavora in questi stessi anni alla Garbatella, e da Ignazio Guidi, autore anche di quello che oggi è l’ospedale Oftalmico a Piazzale degli Eroi. Vi abitano uomini che si alzano presto al mattino per andare a lavorare come manovali e muratori, oppure vanno verso la stazione come facchini o come impiegati ferrovieri. Alcuni provengono da San Lorenzo alla ricerca di una sistemazione povera ma dignitosa.

Queste case non sono grandi e hanno il minimo indispensabile: due o tre stanze e la cucina; ma mantengono un grande decoro e una grande vivibilità, testimoniata anche dai piccoli giardini che si aprono all’interno di ogni lotto. Sono un insieme di palazzine ben separate tra loro e immerse nel verde. Ricordano molto le case della Garbatella o quelle intorno a Piazza Sempione (Città Giardino). I bambini di queste case hanno delle protettrici particolari, le Suore Sacramentine che abitano in via dei Dalmati a San Lorenzo. Sono loro che creano un piccolo nido e per raggiungerlo si va dove sorge un campo di calcio in via Boemondo 7, il Campo Artiglio, cuore sportivo di questa zona. Ci giocava a calcio anche il figlio di Mussolini, Romano, guardato a vista da un carabiniere.

E’ stato anche osservato che queste case popolari svolgano l’essenziale compito di chiudere la finestra sulla “città dei morti” ai quartieri Italia e Sant’Ippolito: in sintesi la fila di questi fabbricati infatti oscura la visuale del Verano.

https://archidiap.com/opera/quartiere-icp-tiburtino-ii/

https://www.roma2pass.it/via-di-santippolito/icp-tiburtino-ii/

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