In concomitanza della guerra il cibo comincia a scarseggiare e il regime vuole evitare ogni forma di accaparramento. Dal gennaio del 1940 il regime consegna così ad ogni cittadino la sua personale tessera annonaria che consente di comprare cibo in maniera razionata; andando dal panettiere si può comprare giornalmente un pezzo di pane per ogni tessera presentata: si deve staccare alla cassa un bollino della tessera per ogni pane da comprare (per es. una famiglia di 4 persone può comprare 4 panini al giorno). Succede inoltre che i negozi di alimentari si svuotano, il cibo scarseggia, è il caso eclatante dello zucchero e del caffè, quest’ultimo diviene presto introvabile e viene sostituito con il caffè di cicoria. Non tutti però hanno carenza di cibo, alcuni tornano verso la campagna, da cui si erano allontanati anni prima, dove ci si può procurare di tutto facilmente, dalla verdura fresca al maiale. Altri trovano quanto serve vicino casa, recandosi ai banchi chiamati della borsa nera, ossia ai banchi dove vendono alimenti a caro prezzo ma nella quantità desiderata dal cliente; è un mercato clandestino che sfugge al controllo del regime. Lungo via Padova e viale delle Provincie è facile trovare il cibo che invece nei negozi non si trova più, e si contratta il prezzo. Su “Storia del Nomentano” è scritto che si trova di tutto in questi banchi, dalle gomme delle automobili fino al sale e al vino in fiaschi. Quando passa la polizia qualcuno passa di corsa ad avvertire dicendo “piove! piove!” e la merce sparisce. Il mercato nero fiorisce in tempo di ristrettezze e i giornali danno la colpa ai commercianti che nascondono le merci razionate per poterle poi rivendere a prezzi sempre più elevati. Secondo un rapporto della polizia politica del 30 gennaio 1943 la situazione è diventata incontrollabile e tutto avviene alla luce del sole; “nessuno si vergogna di comprare al mercato nero, anzi è sorto una specie di snobismo per il quale vantarsi di spendere alla borsa nera è diventata una forma di eleganza e signorilità”; l’abbacchio costa 100 lire al kg, il formaggio 200 lire, prezzi che possono sostenere soltanto i più ricchi.

Vedi il link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Mercato_nero_in_Italia_durante_la_seconda_guerra_mondiale

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