In via XXI Aprile si trova l’imponente Caserma Piave che ospita il Comando Generale della Guardia di Finanza. Fu costruita tra il 1913 e il 1923 dal noto (a quei tempi) architetto Arnaldo Foschini, costruttore anche della palazzina delle meridiane in via Morgagni 23, del villino Ferrero al quartiere Caprera nel 1912 e il villino Sebastiani in via Mercadante nel 1916. E’ un edificio pre fascista, nato per fronteggiare le enormi spese che derivano allo Stato dal dover prendere in affitto locali di privati per alloggiare le truppe; e inoltre per provvedere meglio all’accasermamento delle truppe, altrimenti costrette a vivere in case pensate per piccole famiglie e sotto gli standard di igiene e di decenza. Ecco la motivazione che risulta dagli scritti: con la costruzione di tale caserma (che si stima costi intorno a 1.800.000 lire) lo Stato risparmierebbe circa 100.000 lire l’anno, diverrebbe proprietario di un altro stabile nella Capitale e assicurerebbe una ben più comoda sistemazione alle guardie di finanza.

Lo stile è quello del barocchetto romano, lo stesso che si può vedere alla Garbatella e nei villini di Città Giardino a Montesacro.

Una volta iniziati i lavori per la costruzione della caserma ci si accorge della necessità di una strada che colleghi la Nomentana con la Tiburtina: da questa esigenza scaturisce l’apertura del viale delle Nazioni (poco dopo rinominato in viale XXI Aprile). Il nome della via ricorda la leggendaria data di fondazione dell’Urbe, fissata da Marco Terenzio Varrone al 21 aprile 753 a.C. 

Nel 1944 la caserma è colpita dai bombardamenti alleati. Dopo l’8 settembre 1944 la Guardia di Finanza respinge l’ordine di smilitarizzazione impartito dai tedeschi e i finanzieri iniziarono a organizzare anche in questa caserma una resistenza sotterranea, per esempio sottraendo armi e consegnandole ai partigiani. Quando l’entrata in città degli alleati era ormai vicina ci sono anche degli episodi di aperta resistenza dei finanzieri nei confronti dei tedeschi.

Di fronte alla caserma si trova il monumento in onore dei finanzieri caduti durante la prima guerra mondiale, fatto dall’artista Amleto Cataldi e inaugurato davanti a re Vittorio Emanuele III l’8 dicembre del 1930. Intorno al monumento vi sono 4 statue di bronzo che rappresentano ruoli diversi dei finanzieri: il combattente, l’alpino, la sentinella vedetta e il soldato.

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