La Chiesa di Sant’Ippolito in viale delle Provincie fu realizzata dell’architetto Clemente Busiri Vici e la benedizione solenne avvenne il 23 dicembre del 1934; la prima messa fu celebrata la notte di Natale. durante la costruzione ci sono state difficoltà economiche, motivo per cui la chiesa non è ricca di eccessi decorativi e appare estremamente semplice.
La chiesa è rivestita esternamente da mattoni, che richiamano la povertà francescana. Un’ampia scalinata conduce alla porta centrale, affiancata da due più piccole: sull’architrave v’è la scritta Pax et bonum, sovrastato da un vetro istoriato raffigurante il volto di Cristo. Lungo il fianco destro della chiesa si eleva la torre campanaria a pianta quadrata che accoglie un concerto di tre campane fuse dalla ditta Cavadini di Verona.
L’interno della chiesa, per la maggior parte intonacato di bianco, è a tre navate, divise da pilastri in cemento, con transetto; il soffitto, anch’esso in cemento, richiama nelle sue linee i soffitti a cassettoni delle chiese antiche. La chiesa è dominata dall’abside con le sue tre opere e la grande scritta, di ispirazione francescana, Deus meus et omnia:
l’affresco centrale raffigura la Gloria di sant’Ippolito, opera di Orazio Amato del 1950: il santo è rappresentato in abiti sacerdotali mentre, con le braccia allargate, ascende verso l’alto, sostenuto da due angeli; i volti dei personaggi sono ispirati ai frati francescani che all’epoca abitavano il convento annesso alla chiesa;
le due tele laterali, raffiguranti il Miracolo eucaristico di Santa Chiara d’Assisi e San Lorenzo da Brindisi, furono realizzate da Franco Casetti nel 1960. Nel transetto sono esposte due tele: la tela di San Francesco patrono d’Italia di Gustavo Solimene (1941), ove è raffigurato papa Pio XII (colui che proclamò nel 1939 il santo patrono d’Italia); l’Apparizione di Lourdes, dello stesso Solimene, realizzata nel 1940.
Altre opere presenti nella chiesa sono:
un crocifisso in gesso con croce in legno, realizzato negli anni 1930 e collocato su altare laterale di sinistra;
negli anni 1960 furono sostituite le finestre di colore neutro con vetrate policrome in vetri Dalles e resina realizzate dall’artista Luciano Vinardi; il programma iconografico delle vetrate si affida ad una narrazione per simboli di temi teologici, biblici, di ispirazione liturgica e devozionale. Tale programma fu discusso e condiviso con il frate francescano Umberto Lovera. Procedendo dall’ingresso incontriamo lungo il lato destro le vetrate: Il Nome di Maria; Il Volto santo; Strumenti della Passione; Lo Spirito Santo; Il Figlio; Dio Padre; Agnus Dei; Carità; Speranza; Fede; Prudenza; Giustizia; San Francesco e la natura; La Cena in Emmaus. E procedendo dall’ingresso lungo il lato sinistro della chiesa si susseguono le vetrate: Il Nome di Gesù; Santità; Grazia; Divin Fuoco; Eucaristia; Tavole della Legge; Obbedienza; Castità; Povertà; Temperanza; Fortezza. Altre vetrate vennero realizzate ancora in epoca più recente.
Nelle due cappelle del transetto si possono ammirare anche i graffiti, realizzati dall’artista Luciano Vinardi nel 1965 che raffigurano episodi della vita di Maria e di san Francesco. Le scene erano state originariamente graffite sul fondo grigio dell’intonaco, mentre in anni recenti la monocromia delle pitture è stata alterata dal rifacimento degli intonaci in un tono giallo.
Sulla cantoria alla sinistra del presbiterio si trova l’organo a canne, costruito dalla ditta Pinchi nel 1950; a trasmissione elettrica, dispone di 23 registri su due manuali e pedale.