È un piccolo laghetto dentro Villa Torlonia che riproduce e celebra il vero lago di Fucino in provincia dell’Aquila, che Alessandro Torlonia fece prosciugare tra il 1855 e il 1878 con grande dispendio di risorse economiche. Spesso oggi questo laghetto non è funzionante, ossia è privo di acqua, probabilmente per qualche perdita che il Comune deve far riparare.
Il teatro
è stato aperto al pubblico nel 2013; approfondimenti in questo link:
Si trovano sul viale che porta alla Casina delle Civette, sopra il muro di cinta. I falsi ruderi erano una moda, ma non erano falsi, se non per il luogo di rinvenimento che non era quello originale, e cioè la villa di Domiziano a Castel Gandolfo e dal Palazzo della Rovere ai Santi Apostoli.
Vi si osservano un muraglione con sei nicchie, più un nicchione centrale con semi-cupola a cassettonato a losanghe. Le nicchie, in cui erano alloggiate le statue ora poste al Casino Nobile, sono suddivise da paraste corinzie. Di fronte, v’è un filare di ruderi di colonne in travertino scanalate e basi attiche tutte però autentiche. Tra i ruderi un Tempio di Minerva, un tempio periptero su podio con conci squadrati che faceva innalzare le colonne in rovina e i resti della cella sopra il muro di cinta.
Segue poi il rudere di un anfiteatro. Consisteva in due ordini di archi separati da un cornicione.
Infine vi fu edificata la Cappella di Sant’Alessandro, un santo della famiglia Torlonia. In pratica ogni famiglia nobile e ricca all’epoca ne vantava uno, per gentile concessione del papato, che innalzava la gloria del casato come in Roma antica l’innalzava un vittorioso generale.