Poco meno di un secolo fa è un’immensa distesa di campi e prati, intorno alla quale cominciano a sorgere fabbricati di quattro piani, come previsto da un piano regolatore del 1909 che individua piazza Bologna come nuovo quartiere residenziale. In realtà viene denominato quartiere “Nomentano-Italia”.

La nascita del quartiere si può ricondurre al giorno 28 ottobre 1935, giorno in cui viene inaugurato sia il palazzo delle Poste, proprio a piazza Bologna, sia la scuola elementare “Enrico Corradini” in piazza Ruggero di Sicilia (oggi la scuola si chiama “Fratelli Bandiera”).

Da quando la capitale d’Italia si trasferisce da Firenze a Roma (1870) la città diviene la sede del governo, dell’amministrazione statale e di tutta l’attività politica e burocratica dello Stato. La classe media romana si qualifica pertanto come borghesia impiegatizia e professionale, piuttosto che industriale. Sono gli anni del fascismo quelli in cui nascono i quartieri residenziali destinati agli impiegati; e il fascismo vuole che Roma sia lo scenario del regime; la città cambia volto e il volere di Mussolini è quello di dare spazio ai grandi monumenti della Roma antica e cristiana e allo stesso tempo di isolare topograficamente il proletariato costruendo borgate in aree sperdute, in mezzo alle campagne: accanto alla Roma monumentale e a quella delle borgate cresce la Roma impiegatizia, la Roma dei ceti medi. Ecco quindi che Piazza Bologna può essere collocata come il centro di un nuovo quartiere fascista costruito per la media e piccola borghesia impiegatizia. Qualcuno per questo ha detto: “Piazza Bologna è così perbene e le ragazze hanno occhi belli”.

La parte più importante del quartiere è nata negli anni del regime: i marchi di riconoscimento più evidenti sono: l’edificio delle Poste di piazza Bologna, i palazzi Federici in via XXI Aprile e la scuola Fratelli Bandiera.

Indubbiamente una parte considerevole degli abitanti del quartiere è appartenuta al ceto medio: la maggior parte sono impiegati, commercianti e militari (ricordiamo la presenza della imponente Caserma Piave in via XXI Aprile, inaugurata già l’8 dicembre 1930). Ma non si può trascurare una componente “popolare” che invece viene omessa nelle testimonianze di molti abitanti, che invece ne sottolineano sempre l’eleganza e il decoro della componente “borghese”; è la propaganda di regime che esalta l’immagine di un quartiere elegante, nuovo, moderno, destinato alla media e piccola borghesia, che sia quindi roccaforte di consenso. Complice di questa visione è la presenza al suo interno della residenza del duce (che nel 1925 si trasferisce a villa Torlonia).

Tuttavia il quartiere unisce al suo interno strati sociali diversi, dai villini sulla Nomentana, alle palazzine borghesi, ai lotti popolari: negli anni tra il 1925 e il 1930 furono costruiti il Dopolavoro Ferroviario e i lotti, altrimenti denominati “Tiburtino II”, ad alta concentrazione abitativa e con una forte componente popolare.

Confini del quartiere: tratto della via Nomentana che va da via Regina Margherita a via XXI Aprile, la circonvallazione Nomentana dopo via Lanciani fino alla stazione Tiburtina, la via Tiburtina tra la stazione Tiburtina e il Verano, viale Regina Elena fino a via Regina Margherita.

Il piano regolatore del 1909 prevedeva per la zona 3 principali tipologie edilizie: a) fabbricati intensivi fino a 24 metri, b) villini di massimo 3 piani circondati da un giardino, c) giardini con costruzioni lussuose pari al massimo ad 1/20’ della loro area. Per l’area di piazza Bologna erano previsti 103 ettari intorno alla piazza per fabbricati intensivi mentre per il territorio a ridosso della Nomentana erano previsti villini e giardini.

L’obiettivo era quello di preservare villa Torlonia, villa Massimo e villa Mirafiori, creando una sorta di cuscinetto, una zona di lusso a bassa densità abitativa.

Ma le cose andarono poi diversamente a causa dell’opposizione dei proprietari dei terreni destinati a villini e giardini i quali, privati della possibilità di ricavare il massimo profitto dai loro possedimenti, ottennero la concessione di trasformare i villini in palazzine di 19 metri in altezza, a 4 piani oltre l’attico (quello che è stata chiamata l’”operazione palazzina”). Quindi piazza Bologna viene realizzato come un quartiere ad alta densità abitativa, circondato da palazzine e solo a ridosso della Nomentana vi è la presenza di villini.

Poi un nuovo regolamento edilizio del 1934 porta l’altezza dei fabbricati intensivi a 25 metri nell’area centrale e a 35 metri nell’area periferica: quindi dove prima si poteva arrivare a 24 metri adesso si può arrivare a 35 metri! La cosa più grave è che nelle zone destinate a villini sorgono palazzine e intensivi, mentre quelle destinate a palazzine si riempiono di intensivi; come a piazza Bologna, dove facciate alte più di 30 metri si innalzano lungo strade larghe appena 12-15 metri; nella zona di Sant’Ippolito, tra piazza Bologna e via Tiburtina, vi sono ammassamenti di case attaccate le une all’altre.

A seguire due foto prelevate da “Roma Sparita”, eccellente sito che riporta migliaia di foto storiche che costituiscono fonte di inestimabile valore per noi che amiamo lo studio della storia.

 

IMPORTANTE:

Hanno costituito fonte di studio, di approfondimento e anche di annotazione diretta di certi argomenti su questo sito i seguenti libri:

  • Piazza Bologna – Alle origini di un quartiere “borghese”, di Eva Masini

  • La Storia del Nomentano (Communitybook)

  • Guida verace di un quartiere eccentrico di Alice Muzzioli e Francesca Gabrielli

  • altro libro interessante, soprattutto per le immagini riportate del quartiere, è “Le facciate Parlanti” Vol. 1 di Fabio Leone 

Agli appassionati della storia del quartiere consiglio vivamente la lettura dei libri menzionati. Ringrazio vivamente gli autori e allo stesso tempo ricordo che questo sito non ha alcuno scopo di lucro ma è solamente frutto della passione e dell’amore verso il nostro quartiere.

Si riporta questo splendido audio prelevato dal web in cui Eva Masini, proprio l’autrice del libro citato “Piazza Bologna – Alle origini di un quartiere “borghese””, descrive il quartiere dalle sue origine e subito dopo i bombardamenti che lo colpirono nel 1943/44. 

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